lunedì 28 aprile 2008

nella posta di un lunedi mattina...

Ma pensa un po'. Il Monte Bianco è cresciuto di due metri. Beato lui.
Escludendo che sia un fatto ormonale,
se no gli spuntavano anche le tette, come la mettiamo?
Dicono che sia un accumulo di ghiaccio.
Ma il pianeta non si stava surriscaldando?
Qui non si capisce più niente.
Neanche sulla temperatura della Terra riescono a mettersid'accordo.
Però continuano a trifolarci l'anima co' sta storia delrisparmio dell'energia.
Noi facciamo di tutto:
chiudiamo i rubinetti quando ci laviamo i denti
e ci facciamo venire la schiuma alla bocca come i dobermann,
le lavatrici le facciamo di notte come i carbonari,
mettiamo le lampadine a basso consumo, che quando le accendi,
per un quarto d'ora, ti sembra di stare in una stalla,
e chiudiamo il frigo, quando ancora abbiamo mezza mano dentro,
a costo di tranciarcela via, per non lasciare il frigo aperto.
Però qualcuno mi deve spiegare, mi deve dare un motivo 1 del perchè,
nelle città, si lasciano interi grattacieli di uffici tutti accesi per tuttala notte,
e nessuno dice nulla.
Non c'è uno che fa un plissè.
Torrioni accesi a giorno. Luminarie da casinò di Las Vegas.
Con un computer ad ogni scrivania, acceso pure quello.
Ma che ci vuole a obbligare gli uffici a spegnere le luci?
E già che ci siamo, a installare le lampadine a basso consumo?
Ci avete fatto venire due lampadari di Murano così,
con le «basso consumo», e poi?
No, perchè io posso anche leggere a letto
solo alla luce del lampione disotto per risparmiare energia,
ma se poi mi sta completamente acceso il grattacielo di fronte mi sento
lievemente presa per il culo.
E i frigoriferi dei supermercati? Ne vogliamo parlare?
Che fa un freddo che neanche in Alaska?
Che se tu passi per il corridoiodegli yogurt,
ti devi mettere il passamontagna e le moffole e
arrivi alla cassa coi baffi pieni di brina?
Non è spreco di energia anche quello?
E' il caso di tenere le mozzarelle alla temperatura degli igloo?
Mi chiedo. Che se compri un etto di burro, poi,
per cucinaredevi stirarlo, altrimenti ti tocca tagliarlo con la motosega?
Ci sono frigoriferi da banco lunghi sessanta metri.
All'altezza dei salami ti comincia a colare il naso,
ai latticini hai la punta delle dita blu,
davanti alla pasta per le pizze cominci ad averela broncopleurite,
quando arrivi al latte fresco e yogurt hai tutti i sintomi del congelamento,
e ti butti sul girarrosto coi polli che sfrigolano,
perchè ti sembra di entrare in una baita al caldo.
Ma mettete una porta a 'sti frigo.
Che consumano un lago artificialedi corrente al giorno.
E i led luminosi che noi dobbiamo spegnere, pena la distruzione del pianeta?
Quegli occhietti rossi che ci guardano dalla sala?Noi li spegniamo, sì sì.
Poi andiamo al 'super' e ci sono 42 televisioni accese
che trasmettono tutte lo stesso programma.
Questi non sono sprechi di energia, cari politici miei?

I casi sono due.
O cercate di risolvere in qualche modo la questione o se no dite:
il risparmio energetico era una delle solite nostrecazzate,
fate pure quel che volete, usate il laser per tagliare il salmone
e lavatevi i denti nellavasca da bagno!

Luciana Littizzetto

domenica 27 aprile 2008

Pesantezza di troppi giorni.


Sto male ormai da troppo tempo.
Un paio di anni fa, quando sono fuggita faticosamente
da un esaurimento, mi sentivo proprio in questo modo.
Ho paura: non voglio ricaderci,
non posso perdere il controllo di me stessa,
delle mie reazioni, dei miei desideri e dei miei pensieri.
Ma faccio così fatica: tutto mi sembra insostenibile.
Qualsiasi cosa richiede uno sforzo disumano da parte mia.
Alzarmi al mattino è l’azione più dura della giornata:
di notte non dormo, oppure, mi sveglio di continuo.
I sogni sono incubi o semplici trasposizioni di una realtà difficile.
I pensieri sono vortici senza fine nei miei dolori.
Eppure, vorrei stare a letto, almeno per non essere un peso per nessuno.
Soprattutto per me stessa.
Ma devo farlo ed ecco che mi alzo, sveglio Clo facendo finta di nulla,
ci prepariamo e via, di corsa, come sempre...
Ogni minuto si presenta il fantasma di una mia fuga...
ma dove fuggo, da cosa fuggo...
solo da me stessa
SONO STANCA
...

mercoledì 23 aprile 2008

alla fine sono crollata...


Ieri ho pianto.
Praticamente tutta sera.
Bastava una parola, un accenno, un’immagine, una smorfia di Clo.
Ad ogni soffio, io piangevo.
Mi sono sentita stupida e cretina, perché tanto che piango a fare?
Stamattina sono rimasta a letto fino 8.15 non ce la facevo ad alzarmi:
nei giorni scorsi, negli ultimi mesi,
sono sempre riuscita a combatterla questa cosa.

Lo sò, purtroppo sò benissimo che quello è il confine:
quando non ci si alza dal letto, il buio ha già invaso la gran parte di te.
E’ difficile, dopo, riprendersi.
Ogni mattina ho combattuto
queste corde invisibili che mi legavano li:
inutile, nel letto, non puoi uscire, non puoi fare danni,
non puoi sbagliare. Puoi spegnerti.


Non io. Non posso. Non posso. Non voglio.
questo è il mio urlo.... di ieri


Così ogni mattina, ho usato tutta la mia forza per mettere giù i piedi:
una vittoria, ogni mattina.
Se fossi riuscita a sentire il pavimento freddo sotto la pianta,
anche per quel giorno, ce l’avrei fatta.
Ma stamattina non sono riuscita.

Il dolore è stato più forte di me,
non ho alzato la testa dal cuscino.
Ho chiamato Clo senza muovermi,
le ho detto che non stavo bene,
le ho chiesto di vestirsi da solo, lo zaino era già pronto.

Clo è eccezionale, è sceso tutto assonnato dicendomi
che si vestiva e poi tornava con me,
ha fatto tutto ed è tornato nel letto vestito vicino a me,
accarezzandomi e baciandomi. E' un amore.
E io non sono riuscita a muovere la testa.
Ho avuto ancora qualche lacrima, questa l'unica reazione,
alla sua tenerezza, e subito in pochi minuti
il pensiero di quei baci a cui non ho risposto
con i soliti abbracci strizzanti,
quei baci, lavati da quelle poche lacrime,
e il viso di Clo, così tenero e vero
mi hanno fatta sentire ancora peggio:

Io non posso. Non posso.

Mio figlio ha bisogno di me, tutta intera,
in piedi, sorridente, a testa alta.
Mi si spezzasse la faccia ad ogni sorriso !!!
Mio figlio ha bisogno di questo:
non può essere preoccupato, non deve esserlo.

La forza mi è dovuta tornare, forse,
o forse ho semplicemente trovato un gancio nel soffitto:
ho compiuto uno sforzo disumano e
con uno strattone mi sono tirata su,
appoggio i piedi per terra, vivrò anche oggi,
anche oggi ce la faccio,
ce la farò, se solo riuscissi ad appoggiare i piedi per terra…


Il pavimento è stato più freddo del solito:
sono riuscita ad arrivare al bagno a lavarmi la faccia.
Ho visto Clo con il giubbino allacciato,
(cosa che dice di non riuscire a fare e glielo allaccio sempre io),
pronto con zaino in spalla,
gli do una stropicciata ai capelli,
un sorriso, niente raccomandazioni per oggi,
e lo accompagno al volo a scuola.


Ritorno a casa mi sistemo per andare in ufficio,
Prendo la mia parvenza di donna forte e vado .
Mi sento stanca come Atlante sotto il peso del mondo.
Lavoro con questo peso addosso,
però fuori c'è il sole, una bella luce ...
mi perdo un attimo in questa luce e penso a Clo:

la voce di mio figlio è bellissima,
mio figlio è bellissimo, due occhioni,
uno spettacolo unico!
Aspetto il suo ritorno, in questa giornata
dove il sole sta solo "fuori"
spero di accoglierlo come merita,
poi torneremo a casa,
Cena, doccia, una risata una coccola, e nanna.
Un po’ di nervosismo,
perché come sempre a letto non vorrà andare.

E poi il silenzio.


Maledizione! Sono crollata !


.... dolore


Piango.
Difronte al male che mi sta divorando,
se avessi la forza di comprendere da dove proviene...
mi sento svuotata, persa e forse nemmeno questa voglia di urlare c'è...

Stassera mi restano le lacrime, la paura, e l'amarezza.

giovedì 17 aprile 2008

Chi sono oggi...


.... mi sento dire
" tu sei forte"
"signora, ma sua figlia è sempre così?"
"non cambiare mai"
" a... , ma guarda che V. è forte"

Io ? No, io sono ... io non sono !!

vivo momenti nella vita che il niente sorvola ogni cosa...
allora mi accorgo veramente che
non ho voglia di respirare,
non ho voglia di niente e nessuno,
non ho voglia di vivere..
momenti critici, pieni di dubbi, di incertezze di niente,
e il niente non porta a niente, scappare non porta a niente..
quindi mi rimane il riflettere,
e la cosa più banale e più vera è
pensare che di vita ce nè una sola,
e triste o allegra che sia
non si butta via questa vita benedetta.

Appoggio la testa sul cuscino,
qualche lacrima stassera,
poche, ... non riesco nemmeno a piangere,
una sensazione di vortice:
io sono questa.

Mi giro, guardo Clo
"il mio piccolo pezzetto di vita..."
lo accarezzo,
pensando che questi troppi momenti
stanno facendo una vita,

....... e mi addormento.


mercoledì 16 aprile 2008

Un' assenza... dentro


Le giornate così mi inquietano, mi confondono, mi destabilizzano. Piove. Spiove. Le nuvole si diradano. Timidi raggi di sole. Piove ancora. Con il sole. Senza sole.
Ora piove... gocce che si rincorono e mi ritrovo chiusa fra queste mura mentre i pensieri librano in volo... Penso a come la malinconia a volte può essere paragonata alla pioggia... E, nella mia Anima c'è malinconia in questo momento e flash di pensieri mi portano tristezza. Penso. A me. A come sono difficile. Complicata. Irrequieta. Instabile. Il mio cuore sussulta continuamente. E ho sempre il mio livido per le botte prese. Rimango qui. Poca fiducia.

Mi sento stanca. I muscoli del collo tesi e bloccati. Le spalle doloranti. Gli occhi arrossati.
Ho fatto pulizie in taverna. Ho tirato tutto fuori. Quaderni. Fogli scritti. Appunti. Documenti. Lettere. Giornali. Foto. Di tutto. Qualcosa ho buttato. Ho tirato tutto fuori, ho tenuto ogni frammento di me tra le mani, l'ho girato e rigirato tra le mani, e poi ho riposto. Ho rigovernato la confusione. Senza approfondire, perchè alla prima lettura di qualche riga, un dolore e un rifiuto forte.

Mi metto a letto, e arrivo a questi ultimi due anni ... alle persone che hanno attraversato la mia vita, poche ... e nessuna ha continuato a tenermi per mano in questo cammino chiamato vita, alcune sono state rapidi flash, altre sono state presenze in cui ho creduto ma che per un motivo o per un altro hanno preso il volo... ed oggi restano solo dei nomi quasi insignificanti, solo nomi... è un po' triste.

Un' assenza da colmare... devo riprendere la mia strada.


lunedì 14 aprile 2008

Poco da dire ...




Ultimamente mi sembra di non avere molto da dire.Ho passato minuti e minuti davanti a questo foglio bianco, nel tentativo di scandire le mie emozioni per poterle mettere qui, in questa mia porzione di mondo fuori dal mondo, per potermi sentire in qualche modo più libera, per poter trovare la comprensione di chi si rispecchia nelle mie parole, semplici pensieri di una donna che forse pensa troppo... e vive poco.. Mi osservo nella parte più intima di me. Scivolo all'interno di pensieri che mai e poi mai avrei creduto di riuscire ad esternare....e m'accorgo che questo scaricare di emozioni mi ha aiutata a sentirmi più libera. Mi ritrovo qui, dopo un momento di riflessione..Sono ancora io, lo so, la narratrice e la protagonista di mille bivi da affrontare....Si, sono ancora io, nelle mattine poco sorridenti e nelle serate malinconiche, un alternarsi di stati d'animo che spesso ci fanno avvertire un equilibrio precario..E...con la voglia di scrivere che ogni tanto torna...
torna la malinconia di "non aver vissuto".

Il fine settimana è andato. Scivolato troppo in fretta. Scivolato troppo lento. Ha una doppia valenza. Sorrisi e lacrime trattenute.

martedì 8 aprile 2008

Essere donna ...



Già nota la scarsa quantità di contenuti educativi che ha un programma come il Grande Fratello, voglio estrapolare da quel contesto una situazione che comunque si può riscontrare ogni giorno nella vita reale: accade quando un uomo non è tale e quando una donna va in giro facendo finata di non vedere e sentire.


Non riesco credere che esistano davvero uomini con un ego più grande del loro cervello, o meglio non riesco a credere che ci siano donne che apprezzino uomini così.
Uomini che mentre parli si guardano allo specchio, aggiustano il capello e il doppio petto, che dicono apertamente di essere dei "pirla" con le donne, parlano delle loro fidanzate e amanti, e dall'altra parte donne completamente assenti mentalmente, che si fanno prendere per il culo in maniera così plateale da far venire il mal di stomaco, dignità presa e buttata nel frullatore, donne che accettano tradimenti, accettano un uomo che ha la presunzione di affermare che in caso di reazione di lei, lui le parlerebbe, lei capirebbe e sarebbe tutto a posto.


Io realmente in questi casi mi domando se a certa gente il cervello funzioni, sopratuttto quando questa donna viene pure difesa, capita, sostenuta, io sono più per 'ogniuno pianga il suo male', perchè non posso accettare di giustificare chi permette a un uomo o a una persona in generale di trattarla come un zerbino, e allora ben vengano uomini senza polso e assolutamente ignoranti di vita, benvengano finchè ci sono donne che gli stendono il tappeto rosso, troppo facile poi, dopo mesi o addirittura anni svegliarsi all'improvviso e sentirsi l'amante trascurata o la fidazata tradita ed andare in tv ad additarlo, quando fino a ieri, prima che tutta Italia sapesse in che modo una si lascia trattare, andava tutto bene.


Non giustifico quest' uomo, ma dopo ieri sera, mi fa meno schifo di lei, una donna che sa ma si lascia andare non può poi fare l'innamorata e pensare che lui le abbia mancato di di rispetto, troppo semplice cara, e troppa ipocrisia nella massa.... da rabbrividire.
Così, ieri sera seduta sul mio divano, mi sono chiesta se finiranno mai queste situazioni e la risposta è stata inesorabilmente no e ammetto di essermi vergognata di essere donna quando ho visto che basta così poco per darsi a un uomo.

lunedì 7 aprile 2008

Bravo "Dario"


Domenica allo stadio, a vedere Dario, che giocava contro il Pergo, inevitabile pensare come vola il tempo, il ricordo di quando lo cullavo, lo scarrozzavo ed aveva tutte quelle macchiette rosse, un problema poi passato... ed il risultato oggi è un bel ragazzo, bello in tutti i sensi: bravo Dario continua così, avete perso ma chi stava dietro di noi commentavano "bravo il numero 6" e Claudio che ti ha urlato qualche volta "forza Dario" allora volevano sapere chi era Dario, se era un fratello, e così abbiamo detto che eri il numero 6 ma della squadra avversaria, ti auguro veramente una bella carriera perchè te la meriti per la persona che sei e per i sacrifici che ci hai messo nel fare questo sport.

.............. BRAVO "DARIO"

domenica 6 aprile 2008

Banali tristezze ... ??


Sono da poco trascorse le nove di un normalissimo sabato mattina.
Faccio colazione con Clo, latte e biscotti al sole.
E' una mattina di sole, il clima è caldo.
In giardino i colori di fiori primaverili, le prime api stanno già al lavoro.
Mi riprendo lentamente mentre ho i pensieri che corrono già verso l'estate.
Intanto penso alla giornata da passare fuori a sistemare il giardino.
Ammetto che ultimamente sono proprio come il tempo e non sereno variabile,
piuttosto, con 'rovesci sparsi', nonostante non mi sia capitato niente di che,
diciamo che mi lascio un pò abbattere dalle piccolezze giornaliere.
Uno si domanda sempre come si fa a trovare la felicità, come si può rendere felice ...

Di certo so come si può rendere 'infelice' una donna.
E non perchè io sia infelice, anche perchè forse il termine più adatto sarebbe, tendenzialmente triste o per essere più corretti, come si può renderla triste.
Verso sera esco con Clo a fare un po' di spesa, e al ritorno, salendo in macchina

il mio sguardo ha incrociato quello di Manuela Arcuri, era in reggiseno, ben truccata, con un viso talmente perfetto da sembrare dipinto e i capelli assolutamente splendidi, mi guardava ammiccante da quel cartellone pubblicitario, io l'ho guardata con fare di sfida, con i miei capelli legati, i miei jeans e solita camicia, con la mia faccia acqua e sapone e il mio seno che..bhè, diciamo .... va bè
Sono partita, con il primo pensiero 'ma veramente agli uomini piacciono solo donne così?'

...per poi riprendermi dicendo 'ma non basta solo quello!' anche se ammetto che ero meno convinta di quando ho fatto il mio primo pensiero.
Basta poco per rattristire una donna, questo è il punto.

Come quando arrivi di fronte a quella vetrina, vedi quei jeans perfetti, e anche li ti scontri con il cartello pubblicitario, non sai il suo nome, ma lei sta lì, con i capelli al vento, la maglietta corta e quei pantaloni che sembrano disegnati su di lei, praticamente sembra dirti che un pantalone così non può stare male... allora entri, chiedi la taglia, vai nel camerino e provi a infilarli ma non vanno, dici con voce spezzata 'credo mi servirebbe una taglia in più', sbuffi sentendo lei che ti dice che questo modello 'veste stretto' le taglie vestono meno (e qui apro una parentesi: ma se sono state inventate le taglie perchè uno le fa più strette e uno più larghe??? chiusa parentesi), per poi finire con la solita, stronzissima frase: non ce l'ho più la taglia più grande'.

Ti rivesti, ringrazi, e acquisti la taglia che ti è sempre stata, perchè ci devi rientrare nella tua taglia, esci, rivai davanti alla vetrina, riguardi il cartello pubblicitario, e te ne vai...
Dopo tutti questi ed altri pensieri, dovuti forse al mezzo busto prorompente dell'Arcuri o molto più probabilmente dall'ovulazione, ho capito che forse davvero una donna è più facile renderla 'infelice' che 'felice'.

Allora ho capito il vero servizio che ti serve la carta di credito, lei non ti dice mai di 'no', nemmeno quando alla fine quei jeans li hai comprati, nonostante non ci entravi tutta, perchè in quel momento sapeva che non stavi comprando un semplice vestito, ma ti stavi regalando una nuova speranza, un'altra sfida e unmezzo sorriso...


sabato 5 aprile 2008

Stare male...


Sto da schifo
tanto
tanto
e
tanto.

martedì 1 aprile 2008

Casalinghe frustate.... sorrido

Una casalinga confida all'amica, incontrata al mercato, le proprie frustrazioni:
- Sai, con mio marito non è che vada poi così male, ma lui è sempre svogliato e soprattutto, ormai, non mi guarda quasi più. Figurati che, quando torna a casa la sera, tutto quello che sa dirmi è: "Aò! Che se magna stasera?"
- Sai, Piera, gli uomini sono tutti un pò uguali, così infantili e prevedibili. Anch'io avevo il tuo problema, ma sono riuscita a risolverlo in un modo semplicissimo...
- Davvero, Fausta? Ma come? Dimmi tutto, che ci voglio provare anch'io!
- Guarda, comprati un completino nero un pò "aggressivo" e soprattutto una maschera nera!
Gli apri la porta vestita così e... l'effetto è assicurato!
- Non mi dire! Basta così poco? Beh, provo... tanto per quello che mi costa...
Dopo una settimana, si rivedono al mercato:
- Allora, Piera, com'è andata? - Vuoi proprio saperlo?
Beh, è tornato... gli ho aperto la porta e lui mi fa:

" A Zorro... che se magna stasera?"



Non si sa mai ...


Niente emozioni. Niente parole in questi giorni.
Niente di niente. Apatia. E tristezza, forse.
Perché la tristezza è un' emozione
ed io non sono sicura di poterle provare.
Non più, almeno.
Sono qui. Piena di domande, piena di speranze....
Niente in mano.
Solo più punti interrogativi, solo più disillusioni, solo più voglie insoddisfatte.
E poi niente. Inseguire il bagliore. Illudersi di vederlo.
Scambiare una semplice stella per una cometa
ed esprimere un desiderio che, quindi, non si realizzerà mai.
Bagliori su bagliori, stelle su stelle, desideri su desideri irrealizzati.
E allora chissà. Chissà quando vedrò davvero una cometa e se la riconoscerò.
Si dice sempre la Si riconosce....
Io invece non riconosco mai un ca........ No.
Ci credo, chiudo gli occhi, esprimo il desiderio
illudendomi che si concretizzi da un momento all'altro davanti ai miei occhi.
Aspetto. Aspetto e aspetto ancora.
Finché quei momenti non diventano minuti,
quei minuti non diventano ore,
ore diventano giorni,
i giorni settimane,
le settimane mesi.
E allora capisco che qualcosa non deve andare.
O la mia stella cadente era in sciopero oppure non era una stella cadente.
Era solo un luccichio . Eh si, a volte il bagliore inganna.
Vediamo una luce e crediamo che sia lei la soluzione.
Eppure le cose più belle e più autentiche brillano meno.
I diamanti brillano meno di uno specchio. Eppure sono più preziosi.
Forse non devo cercare più il luccichio, ma la concretezza. Devo.
Ma poi magari così perderò una stella cometa, quella vera.
E allora cosa? Guardare il cielo aspettando una stella?
Oppure guardare a terra perché altrimenti si rischia di inciampare?
A volte si inciampa pur guardando a terra.
A volte non si vedono le stelle pur fissando il cielo.
Perché le cose arrivano quando meno credi.
Però io credo che non sia possibile credere meno di quanto ci credo io.
Perché a furia di aspettare mi comincio a chiedere
se qualcuno non mi abbia lanciato un "salta il turno"
e quindi la mia partita non sia mai cominciata.
Infondo cos'è il destino? Un po' come una partita a carte.
E chi non dice che noi non siamo noi le carte?
Forse il mio giocatore è sfortunato e non riesce a trovare la combinazione vincente.
Forse la prossima mano andrà meglio.
Si, certo. Ancora forse. Ancora aspettiamo.
Ancora guardiamo un po' in cielo, un po' a terra, non si sa mai.