mercoledì 23 aprile 2008

alla fine sono crollata...


Ieri ho pianto.
Praticamente tutta sera.
Bastava una parola, un accenno, un’immagine, una smorfia di Clo.
Ad ogni soffio, io piangevo.
Mi sono sentita stupida e cretina, perché tanto che piango a fare?
Stamattina sono rimasta a letto fino 8.15 non ce la facevo ad alzarmi:
nei giorni scorsi, negli ultimi mesi,
sono sempre riuscita a combatterla questa cosa.

Lo sò, purtroppo sò benissimo che quello è il confine:
quando non ci si alza dal letto, il buio ha già invaso la gran parte di te.
E’ difficile, dopo, riprendersi.
Ogni mattina ho combattuto
queste corde invisibili che mi legavano li:
inutile, nel letto, non puoi uscire, non puoi fare danni,
non puoi sbagliare. Puoi spegnerti.


Non io. Non posso. Non posso. Non voglio.
questo è il mio urlo.... di ieri


Così ogni mattina, ho usato tutta la mia forza per mettere giù i piedi:
una vittoria, ogni mattina.
Se fossi riuscita a sentire il pavimento freddo sotto la pianta,
anche per quel giorno, ce l’avrei fatta.
Ma stamattina non sono riuscita.

Il dolore è stato più forte di me,
non ho alzato la testa dal cuscino.
Ho chiamato Clo senza muovermi,
le ho detto che non stavo bene,
le ho chiesto di vestirsi da solo, lo zaino era già pronto.

Clo è eccezionale, è sceso tutto assonnato dicendomi
che si vestiva e poi tornava con me,
ha fatto tutto ed è tornato nel letto vestito vicino a me,
accarezzandomi e baciandomi. E' un amore.
E io non sono riuscita a muovere la testa.
Ho avuto ancora qualche lacrima, questa l'unica reazione,
alla sua tenerezza, e subito in pochi minuti
il pensiero di quei baci a cui non ho risposto
con i soliti abbracci strizzanti,
quei baci, lavati da quelle poche lacrime,
e il viso di Clo, così tenero e vero
mi hanno fatta sentire ancora peggio:

Io non posso. Non posso.

Mio figlio ha bisogno di me, tutta intera,
in piedi, sorridente, a testa alta.
Mi si spezzasse la faccia ad ogni sorriso !!!
Mio figlio ha bisogno di questo:
non può essere preoccupato, non deve esserlo.

La forza mi è dovuta tornare, forse,
o forse ho semplicemente trovato un gancio nel soffitto:
ho compiuto uno sforzo disumano e
con uno strattone mi sono tirata su,
appoggio i piedi per terra, vivrò anche oggi,
anche oggi ce la faccio,
ce la farò, se solo riuscissi ad appoggiare i piedi per terra…


Il pavimento è stato più freddo del solito:
sono riuscita ad arrivare al bagno a lavarmi la faccia.
Ho visto Clo con il giubbino allacciato,
(cosa che dice di non riuscire a fare e glielo allaccio sempre io),
pronto con zaino in spalla,
gli do una stropicciata ai capelli,
un sorriso, niente raccomandazioni per oggi,
e lo accompagno al volo a scuola.


Ritorno a casa mi sistemo per andare in ufficio,
Prendo la mia parvenza di donna forte e vado .
Mi sento stanca come Atlante sotto il peso del mondo.
Lavoro con questo peso addosso,
però fuori c'è il sole, una bella luce ...
mi perdo un attimo in questa luce e penso a Clo:

la voce di mio figlio è bellissima,
mio figlio è bellissimo, due occhioni,
uno spettacolo unico!
Aspetto il suo ritorno, in questa giornata
dove il sole sta solo "fuori"
spero di accoglierlo come merita,
poi torneremo a casa,
Cena, doccia, una risata una coccola, e nanna.
Un po’ di nervosismo,
perché come sempre a letto non vorrà andare.

E poi il silenzio.


Maledizione! Sono crollata !


1 commento:

Anonimo ha detto...

ciao vivy..
che bel post..nella sua sofferenza..
ma anche nelle sua bella gioia..

ti abbraccio