martedì 1 aprile 2008

Non si sa mai ...


Niente emozioni. Niente parole in questi giorni.
Niente di niente. Apatia. E tristezza, forse.
Perché la tristezza è un' emozione
ed io non sono sicura di poterle provare.
Non più, almeno.
Sono qui. Piena di domande, piena di speranze....
Niente in mano.
Solo più punti interrogativi, solo più disillusioni, solo più voglie insoddisfatte.
E poi niente. Inseguire il bagliore. Illudersi di vederlo.
Scambiare una semplice stella per una cometa
ed esprimere un desiderio che, quindi, non si realizzerà mai.
Bagliori su bagliori, stelle su stelle, desideri su desideri irrealizzati.
E allora chissà. Chissà quando vedrò davvero una cometa e se la riconoscerò.
Si dice sempre la Si riconosce....
Io invece non riconosco mai un ca........ No.
Ci credo, chiudo gli occhi, esprimo il desiderio
illudendomi che si concretizzi da un momento all'altro davanti ai miei occhi.
Aspetto. Aspetto e aspetto ancora.
Finché quei momenti non diventano minuti,
quei minuti non diventano ore,
ore diventano giorni,
i giorni settimane,
le settimane mesi.
E allora capisco che qualcosa non deve andare.
O la mia stella cadente era in sciopero oppure non era una stella cadente.
Era solo un luccichio . Eh si, a volte il bagliore inganna.
Vediamo una luce e crediamo che sia lei la soluzione.
Eppure le cose più belle e più autentiche brillano meno.
I diamanti brillano meno di uno specchio. Eppure sono più preziosi.
Forse non devo cercare più il luccichio, ma la concretezza. Devo.
Ma poi magari così perderò una stella cometa, quella vera.
E allora cosa? Guardare il cielo aspettando una stella?
Oppure guardare a terra perché altrimenti si rischia di inciampare?
A volte si inciampa pur guardando a terra.
A volte non si vedono le stelle pur fissando il cielo.
Perché le cose arrivano quando meno credi.
Però io credo che non sia possibile credere meno di quanto ci credo io.
Perché a furia di aspettare mi comincio a chiedere
se qualcuno non mi abbia lanciato un "salta il turno"
e quindi la mia partita non sia mai cominciata.
Infondo cos'è il destino? Un po' come una partita a carte.
E chi non dice che noi non siamo noi le carte?
Forse il mio giocatore è sfortunato e non riesce a trovare la combinazione vincente.
Forse la prossima mano andrà meglio.
Si, certo. Ancora forse. Ancora aspettiamo.
Ancora guardiamo un po' in cielo, un po' a terra, non si sa mai.

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