venerdì 19 dicembre 2008

Pensierando su un bacio non dato ... grrr



Gettare fuori l’ironia gelida di questa vita che mi fa sgambetti a ripetizione e la mia stanchezza. Ormai non cado nemmeno più. Arranco, barcollo, allargo le braccia per mantenere un equilibrio precario fatto di gusci e muri e fughe…e riprendo il passo normale come se niente fosse, in attesa del sapore dell’asfalto che tanto arriva quando per stanchezza abbasso lo sguardo e porgo la mano. La fiducia è una brutta bestia. E purtroppo io ne ho da vendere quindi devo sempre stare molto attenta.
Sento il vuoto. Non provo nulla. Non vivo nulla. Si, certo, espleto tutte le funzioni necessarie e lavoro come una pazza, con soddisfazione anche, per carità… ma IO non ci sono. Rido di labbra forzate e fornisco spalle su cui piangere, gomiti a cui aggrapparsi e occhi da ammirare…ma a guardarci bene, ma proprio bene, dentro non c’è nulla. Dove sono non lo so. Non scrivo più. Non leggo più. Cerco di non stare con me per troppo tempo anche se sarebbe l’unica cosa che vorrei. Guardo il fondo del bicchiere e mi chiedo come mai in questi tipi di bicchieri dal fondo spesso ci facciano questa bollicina al centro. Ed è assurdo come certe cose siano semplici. Se bevi tutto d’un fiato nel bicchiere non resta nulla. Ma lo torni a riempire e puoi berci di nuovo. Con l’anima non è così facile. Se qualcuno se la beve tutta d’un fiato nessuno se ne accorge. Resti svuotata senza un perchè e non sai come riempirti di nuovo. Ci provi disperatamente, ma non ce la fai. Allora non puoi fare altro che aspettare che qualcuno ci versi dentro del suo, sperando sia del buono. E il fondo comunque non lo vedi. Non lo puoi quantificare. Invisibile agli occhi. E non c’è medico che ti dica “guardi, il suo problema è che l’anima è vuota, assuma questo tipo di vita in queste quantità per questo tempo e vedrà che starà bene”. No no no. Niente di tutto ciò. Resti un guscio e vai avanti, che chi si ferma è perduto, dicono.
E porcaccia miseria accidenti al mio maledetto innato ottimismo di fondo. Che io non lo so dire che NON HO NIENTE DA PERDERE. Perchè io ho tanto. Perchè amo il mio tanto. Che per tanti è davvero poco, lo so bene. E forse è poco anche per me se guardo le cose in grande… ma visto che la vita è fatta di piccole cose, di sassi e di sabbia, NO, io ho da perdere eccome. E allora vado avanti per gli altri. In attesa che torni la voglia di farlo per me. E con la speranza di riacquisire un’anima che mi restituisca ciò che sono.


Credere che ci sono cose che vale la pena di vivere anche se poi tagliano. Credere che i ricordi belli restano indelebili quanto le cicatrici.
Credere che quest’anima verrà riempita e presto.E allora tutto troverà il giusto senso. E alla fine della fiera, nonostante tutto, in qualche assurdo e contorto modo io sono felice.

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