mercoledì 28 gennaio 2009

C'è qualcosa che rimane per sempre ...



Ho aspettato a scriverne, perché non volevo farlo sull’onda delle emozioni che mi hanno sopraffatta. Ho aspettato di essere abbastanza lucida e distaccata.
Ma non ho smussato nessuno dei pensieri che ho.

La cronaca è tornata a parlare di "STUPRO".
La ragazza stuprata davanti al fidanzato, nel baule dell’auto, da 5 bestie, ha 21 anni. La sua vita è rovinata per sempre: il suo corpo, la sua mente, il suo cuore, la sua anima, sono stati lacerati e distrutti per sempre.
Ha due genitori che non sapranno mai trovare una parola o una carezza in grado di alleviare tutto quel dolore e che si chiederanno per sempre perché sia successo questo, perché non erano con lei, cosa avrebbero potuto fare per proteggerla, sapendo che non c’è una ragione, sapendo che non hanno una colpa e, tuttavia, portandone l’assurdo fardello.
Colui che ha violentato la ragazza a fine anno è fuori. “Domiciliari”: una parola che è una contraddizione. Non possono esistere gli arresti domiciliari! O sei in arresto o sei al tuo domicilio!
Domiciliari: ha stuprato e confessato lo stupro di una ragazza.
Un’altra vita distrutta.
E lui è ai “domiciliari”.
Una ragazza che fu violentata dai compagni di classe, tutti minorenni, tutti naturalmente impuniti, si è uccisa poco prima della fine del 2008. Erano passati due anni.Ma non poteva dimenticare. Non poteva ricominciare a vivere.
Era già morta e si è uccisa.
Una ragazzina di 16 anni!
Lascia due genitori la cui vita è finita per sempre.


In questo mondo senza vergogna e senza giustizia, non posso essere compassionevole, non sono favorevole a leggi miti, non sono d’accordo con questo sistema che punisce le vittime e tutela i carnefici.
“Vorrei farmi giustizia da sola”, ha detto la ragazza dopo la scarcerazione del suo agressore. Si è levato un coro di “No!” “Non è giusto” “Non lo farà”… io ho pensato: “No, purtroppo, non lo farà”.
Io sono una donna abbastanza moderata. Cerco sempre di comprendere le ragioni degli altri e, dove posso, quasi sempre, di trovare attenuanti e di perdonare ogni errore.
Ma questi non li considero errori. Questi sfregi all’umanità, fatti con volontà e coscienza, non li considero perdonabili.
Sono molto oltre la pena di morte, i miei pensieri. Molto peggio.La pena di morte, non è abbastanza.
Vorrei fare loro soffrire, lentamente, ogni pena possibile. Non credo ai pentimenti di questa gente e non credo alle redenzioni.Mi danno il vomito le scusanti: “ero ubriaco, ero drogato, ero ubriaco e drogato…non sapevo quel che facevo”. Certo che lo sapevi!Lo sapevi quando ti sei ingurgitato quelle pillole, lo sapevi quando hai tirato quella polvere, lo sapevi quando hai bevuto l’ennesimo bicchiere.
Lo sapevi, lo hai scelto, lo hai voluto.
Purtroppo, non sei caduto in un burrone, purtroppo non ti sei schiantato contro un palo, purtroppo non ti sei buttato dal ventesimo piano.
Hai invece abusato di una persona più debole ed indifesa, da vigliacco inutile quale sei, lo hai fatto assieme a qualche altra merda come te!
Lo sapevi e ora devi pagare!
Ma non è cosi: il nostro sistema legislativo tutela i delinquenti, tutti i delinquenti di qualsiasi tipo, a qualsiasi livello.
E le vittime pagano. Due volte.

“Non ci si può fare giustizia da soli”: se ci fosse una legge che fa giustizia per noi, non sarebbe necessario.


E anche tu, ministro, deputato, legislatore, o tu, uomo qualsiasi che leggi solo la gazzetta dello sport, pensaci: tutte le donne, TUTTE LE DONNE, sono figlie di qualcuno, sono sorelle o madri di qualcuno.
Potrebbe essere tua figlia.
Potrebbe essere tua madre.
Potrebbe essere tua sorella.
Pensaci, quando al bar ti siedi vicino a uno di quei porci.
Pensaci, quando ridi con uno di quei bastardi.
Pensaci quando bevi una birra o ti fai una canna o tiri coca con una di quelle merde.
Pensaci: la prossima volta, potrebbe farlo a tua madre.

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