sabato 1 novembre 2008

.... finalmente sabato.


Si chiude una settimana di affanni. Uguale, troppo uguale, a tante altre che si sono succedute negli ultimi mesi. Tra umore che non è dei migliori e mortificazioni inflitte quotidianamente da ogni lato, tra vita pubblica degradante e privato costretta ad arretrare, a difendersi da volgarità e superficialità dilaganti. Approdare al sabato, a questi due giorni di stacco sacrosanti, diventa sempre più penoso ma sempre più essenziale per i fragili equilibri delle nostre vite.

Leggerò, ascolterò musica, ritirerò i miei fiori. Cercherò insomma di fare quelle cose che hanno un senso, che permettono al mio respiro di dilatarsi, alla mia mente di sfuggire, seppur per poco, ai continui e insistenti pensieri.

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