venerdì 15 febbraio 2008

Riconosco....

Riconosco che io sono il limite di me stessa.
Troppo emotiva, troppo sensibile e troppo empatica.
La gente non approfitta di me: prende quello che io do.
Ed io do. Perché questo solo so fare e questo solo posso fare.
Non si tratta di essere buoni, anzi. Non posso farne a meno: tutto mi tocca, tutto mi segna.
Mi segnano le parole ed i gesti; i ricordi e le immagini.Tutte. Tutti. Nel ben e nel male.
Un sorriso, un abbraccio, una lacrima: non dimentico nulla, tutto mi si chiude a chiave nel cofanetto del mio cuore, un baule senza fondo e così piccolo, invisibile. Ma anche le offese, i toni agressivi, gli sguardi cattivi, le urla.Un pezzo di me è tagliato ogni volta, ad ogni bruttura, buttato via.E non cicatrizza mai, resta un nervo scoperto, la carne viva, cruda, rossa della mia sensibilità.
Ma se il mio carnefice ha bisogno, chiunque sia, per qualunque cosa, se ho l’impressione che sia in difficoltà, o fragile, o debole, o vulnerabile, non posso fare a meno di prestargli tutto il mio corpo, la mia anima e la mia testa.
Poi, quando ho bisogno, non c’è un’anima in giro.
E’ normale che sia così: le persone infelici non sono simpatiche, quelle che non sbarcano il lunario, ancora meno, quelle con tanti problemi sono estremamente noiose. C’è tanto di meglio da fare fuori.E, in fondo, mi ci sono ficcata da sola nei guai e se poi non è proprio così, chissenefrega...



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