sabato 30 maggio 2009

Olympia e Ligabue ...

Parigi, un palazzo storico con la facciata occupata dal nome "LIGABUE", che capeggia centrale a caratteri cubitali illuminati di rosso, colore dominante del prestigioso "Olympia".
L'entrata è un lungo corridoio ai cui lati sono appesi i manifesti dei grandi nomi che presto verranno qui ad esibirsi mentre l'interno mostra immagini del grande passato di questo teatro parigino le cui scene sono state calcate dai più noti ed acclamati personaggi della musica internazionale.
E' la prima volta di Luciano a L'Olympia, è la quarta e ultima capitale europea in cui ha deciso di portare il suo rock, almeno per quest'anno.
Inizio concerto, ore 21.15.
Noi, pubblico del Liga siamo tutti in piedi, nonostante i posti a sedere numerati. Nessuno, nemmeno la security, impone lo "star seduti". E' un tripudio fin dall'ingresso sul palco di Luciano che, ancora una volta, sorprende: l'inizio per voce, chitarra e armonica tocca stavolta a "Non E' Tempo Per Noi".
Impossibile descrivere le emozioni provate fin da queste prime note... L'Olympia si riempie di cori dalla platea alla galleria e non smetterà per le successive 21 canzoni.
Entra la band e il Liga fa scivolare "Il Centro Del Mondo" e "Quella Che Non Sei" prima di salutare i presenti. Prosegue con "Ti Sento" accolta come sempre da un'ovazione e prosegue con "Sulla Mia Strada" e "Seduto In Riva Al Fosso".
Spazio alla divertente presentazione di "Si Viene E Si Va" intenzionalmente scritta per una tripla interpretazione (vita, successo, sesso) e poi, in crescendo, "Cosa Vuoi Che Sia", "L'Odore Del Sesso", "Libera Nos A Malo" e "Tra Palco E Realtà", quest'ultima modificata istantaneamente nel testo: "E poi abbiamo già chi ci porta forse a Parigi, qui all'Olympia".
Dodicesima canzone in scaletta: Luciano riabbraccia chitarra acustica e armonica per "Leggero" (altra new entry in set list) che diventa così un lungo emozionante respiro di metà spettacolo, prima di un'altra botta caratterizzata da "Ho Perso Le Parole" e "Vivo Morto O X" inframezzata con alcune eccellenti citazioni da "Con Queste Facce Qui" e "Lambrusco & Popcorn".
Non manca "Piccola Stella Senza Cielo", "Questa E' La Mia Vita", "Le Donne Lo Sanno" uno sguardo attento e delicato al cuore delle donne, alle nostre emozioni, alla nostra forza, Ligabue li canta in questa bella canzone, bella nel ritmo e nelle parole. Segue "Certe Notti", "Happy Hour" e "Balliamo Sul Mondo".

Concerto finito? Nemmeno a parlarne!

Dopo 3 minuti di pausa dietro le quinte, Luciano riguadagna il palco sottolineando la qualità dell'amore riservatogli soprattutto da coloro che, pur di esserci, hanno prenotato viaggi, alberghi e soggiorni nonostante il periodo di crisi economica generale.
Il bis comprende "Buonanotte all'Italia" e "Urlando Contro Il Cielo".
I ricordi hanno preso il giusto posto, come i tasselli di un puzzle, i rancori se ne sono andati, rimangono strane sensazioni, nostalgie, rassegnazioni e voglia di vivere un "ora"... è la vita che va così. Mi sono gustata tutte le canzoni, emozioni in caduta libera, parecchie lacrime ... e una botta dentro.

Ho letto che a fine concerto gli organizzatori hanno ammesso apertamente di non aver mai visto un pubblico così caloroso e instancabile nell'intera storia dell'Olympia.
Questo è stato il weekend a Parigi, quell' ansia che ti trascina dall' emozione, l' adrenalina quando hai un aereo da prendere, una torre eiffel da ammirare, una persona da conoscere, la tua musica da ascoltare, e una nuova emozione da ricordare. Camminare per Parigi e rendersi conto che la musica in Francia è sempre la solita musica che hai ascoltato solo qualche mese prima a Verona e ti senti rassicurata da un atmosfera diversa, comunque intensa, più veloce meno famigliare, calda ugualmente. Arrivare fuori ad un teatro e vedere quella scritta gigante all' entrata, vedere i volti di persone che sono li per lo stesso amore, occhi che si scambiano, occhi che si ritrovano nelle stesse canzoni, in quell' attesa che precede ogni inizio concerto che è forse una delle attese più meravigliose che si possano provare. Il teatro, così piccolo cosi ristetto, le luci, quelle luci che si spengono, quelle luci che precedono il motivo, il motivo di tutto ciò, il motivo per cui ho fatto una valigia, non ho comprato solo il biglietto di un concerto ma anche di aereo, e di albergo, il motivo l'unico motivo. In quell' istante spunta con la chitarra, e ti rendi conto che ne è valsa la pena
Poi quando tutto si è spento, i saluti, le aspettative hanno ceduto alle 2 ore e mezzo di spettacolo ai 22 brani al ti sento e alle lacrime, cedono ad una nuova attesa. Cedono ai volti che stanchi, si rifugiano nell' albergo e nel ritorno a casa, cedono a chi adesso aspetta Verona, cedono a chi c' era, a chi c'è e a chi ci sarà a chi ha saputo, chi sa e chi saprà. Soprattutto cedono ai miei grazie sbattuti, urlati vomitati in faccia a chi rende possibile tutto questo a chi rende inevitabile lo scontro tra emozioni. Grazie a te, che hai fatto si che quel 30 maggio 2009 il mio centro del mondo, e quello di altre 2000 persone era a Parigi, all Olympia in quarta fila posto 6.
Grazie perchè mi sai smuovere dentro, perchè arrivi sempre al momento giusto, grazie per le risate e i pianti, grazie per la vita passata, grazie per le botte dall' allegria e per la tua discrezione nel parlare di te, per l'insano pudore che trasmetti quando parli di noi, di noi che siamo arrivati lì, ti abbiamo atteso... parlo al plurale perchè mi prendo la responsabilità di parlare a nome di tutti quelli che quel giorno erano lì e come me sono pariti per l Italia, erano lì per crederci un po di più per darti un po d'energia, perchè te ne diamo tanta anche noi, e per prenderne altrettanta da te! Grazie per avermi portato oltre, dove sparisce qualsiasi confine, Grazie per avermi fatto viaggiare col cuore, Grazie per avermi fatto partire davvero, Grazie per avermi fatto tornare LEGGERA!

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