Cammino e sento questo peso sobbalzare ad ogni passo,
dentro la mia gabbia toracica:
un suono sordo, ovattato, piccolo. Ripetitivo.
Mi alzo al mattino e mi tira verso il basso.
Mi alzo al mattino e mi tira verso il basso.
Questo mi è successo in questi ultimi giorni
e non mi piace affatto.
Esco, vado al lavoro, lavoro, rientro, sistemo Clo,
e finisce un giorno, due, tre ...
Ogni giorno non riesco a fare un passo che dovrei fare.
Ogni giorno non riesco a fare un passo che dovrei fare.
Sono molto nervosa e mi arrabbio con un nonnulla.
Non capitava da molto questo, quindi non lo sopporto.
E’ faticosa questa sensazione. Affaticante.
Questo groppo alla gola.
Queste vene sempre a filo di epidermide.
Queste lacrime, costanti, sempre ingoiate.
L’impotenza. La vulnerabilità. La colpa.
Scendere dal letto in loro compagnia e
Scendere dal letto in loro compagnia e
trascorrerci ogni secondo di ogni giornata.
Quanto vorrei potermi fermare un attimo, soltanto un attimo.
Quanto vorrei potermi fermare un attimo, soltanto un attimo.
Appoggiare la testa là, nel mio posto,
ormai troppo lontano per raggiungerlo.
Chiudere gli occhi e non pensare. Solo per un poco.
Per un poco.
Per un poco.
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